Calendario 2023
Calendario Edizione 2023
Luca Ciammarughi, pianoforte
Solisti di Milano Classica
Dialogo con Florinda Cambria
Wolfgang Amadeus Mozart: concerti K.456 e K.491 per pianoforte e orchestra
trascritti per piccolo ensemble
Nei suoi Diari, il pittore Paul Klee scrisse: «Mozart, senza avere una visione chiara del suo “inferno”, si salvò nella parte gioiosa dell’essere». Oggi, la nostra visione del genio salisburghese non contempla più quella parte di incoscienza e di ingenuità che un tempo era attribuita al prodigio.
Tuttavia permane il mistero insondabile di una sorta di duplicità mozartiana: sotto l’immagine del fanciullo baciato dagli Dei si agitano il dionisiaco e il tragico, espressi spesso da quelle “inquietanti simmetrie” di cui ha trattato – anche in chiave psicanalitica – Maynard Solomon. «Nessuno canta così puro come coloro che sono nel più profondo inferno: quello che crediamo il canto degli angeli è il loro canto » scriveva Kafka.
I Concerti K 456 in si bemolle maggiore e K 491 in do minore, apparentemente la luce e l’ombra, sono in realtà costellati di quella sublime ambiguità che chiamiamo “bellezza”, ma che è prima di tutto un interrogarsi (conscio o inconscio?) e uno struggersi sulla vita e sulla morte.
Duo violoncello e pianoforte
Tazio Brunetta e Simone Anelli
Dialogo con Nicole Janigro.
Letture poetiche del Centro Teatro Attivo.
Ludwig van Beethoven: Variazioni su “Bei Männern, welche Liebe fühlen”
da “Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart
Johannes Brahms: Sonata op.38 in mi minore
Alberto Ginastera: Pampeana op. 21
Prima assoluta di Francesco Maria Paradiso: “Rêverie. Risonanze d’occhi aperti”
Ascolteremo echi autobiografici di Nicole Janigro, psicanalista junghiana figlia di un violoncellista famoso, Antonio Janigro. Le parole risuoneranno con le musiche della serata, eseguite da un giovane duo violoncello e pianoforte formato da Tazio Brunetta e Simone Anelli.
Un dialogo sul rapporto tra musica e psicanalisi e tra una figlia e un padre.
Un accordo tra generazioni custodito nelle mani di due giovani musicisti, per una trasformazione che è generativa di continuità e insieme di cambiamento.
Beethoven con le sue variazioni sul tema dell’aria “Bei Männern, welche Liebe fühlen” (agli uomini in grado di amare), accoglie l’eredità mozartiana, mentre Brahms con la Sonata op. 38, si fa portavoce di quella bachiana, dell’arte della fuga.
Ginastera abbraccia il passato folklorico argentino, per trasformarlo in un omaggio a sua moglie, Aurora Natola, virtuosa violoncellista.
Mayaka Nakagawa, pianoforte, vincitrice del premio Alkan, edizione 2023
Dialogo con Eric Veron e Dario Falcone, Presidente del premio Alkan Jean-Philippe Rameau: Gavotte et six doubles.
Letture poetiche del Centro Teatro Attivo.
Maurice Ravel: Sonatine
Robert Schumann: Humoreske op.20
Anche quest’anno abbiamo il piacere di festeggiare a PianoSofia il vincitore del concorso Alkan.
Insieme a Eric Veron diamo il benvenuto alla giovane pianista giapponese Mayaka Nakagawa, vincitrice dell’ultima edizione, che ci propone un programma incentrato su musica francese e tedesca. Rameau con il suo procedere creativo tra la razionalità delle sue teorie e l’umoralità delle passioni espresse in musica e Ravel con la sua lucidità compositiva e insieme con il freddo ardore, esprimono un umore ambivalente e seduttivo.
L’Humeur francese si trasforma, nel raffinato programma della giovane pianista giapponese, con l’Humoreske schumanniana. E’ un brano fatto di una sostanza duplice, tra la gioia e il dolore, con intelaiature ritmiche contraddittorie tra la mano destra e la sinistra; una duplicità tra la serietà e l’umorismo, tra l’espressivo e il sottinteso, come in quelle melodie in cui una terza voce è indicata sullo spartito ma va solo immaginata, voce spirituale e segreta del mondo mentale di Schumann.
Giacomo Menegardi e Virginia Pestugia, pianoforte e arpa
Dialogo con Chiara Mirabelli e Ivan Paterlini.
“Letture poetiche del Centro Teatro Attivo”.
D. Scarlatti: Sonata K208 per arpa
E.P Alvars: Sérénade op.83 per arpa F.Mannino:Tre Canzoni per Arpa op. 205
F. Godefroid: Carnaval de Venise per arpa
T. Hosokawa: Two Japanese Folk Songs per arpa
C. Debussy: Rêverie trascrizione per arpa e pianoforte
C. Debussy: Danses Sacrée et Profane trascrizione per arpa e pianoforte
La fusione timbrica tra pianoforte e arpa ricorda un rapporto di “sorellanza”, nei contrasti e nelle somiglianze. La dimensione orizzontale delle corde del pianoforte è complementare a quella verticale delle corde dell’arpa e insieme risuonano con un movimento ondivago di armonici. “La sorellanza di risonanza” è forse una ideale cassa armonica da interpretare in chiave filosofica e psicanalitica.
La psiche colorata, libro uscito da pochi mesi, scritto da Nicole Janigro, Chiara Mirabelli e Ivan Paterlini, ritmerà in sottofondo un dialogo tra parola e musica, con riflessioni sulla relazione tra l’espressione artistica e quella del setting analitico.
Giacomo Menegardi, pianoforte
Quartetto Indaco
In collaborazione con Milano Classica.
Dialogo con Edwin Rosasco e Luca Ciammarughi.
Letture poetiche del Centro Teatro Attivo.
Frédéric Chopin: Ballata n.1 op.23, Concerto n.2 op.21
nella versione per pianoforte e quartetto d’archi.
Oggi avremo modo di ascoltare il giovane e talentuoso pianista Giacomo Menegardi all’interno della rassegna Reverîe dedicata ai giovani interpreti.
La generazione romantica è quella degli artisti nati intorno al 1810 che hanno cambiato il corso della storia della musica: Mendelssohn, Chopin, Schumann, Liszt. E proprio di Chopin ascolteremo la Prima Ballata e il Primo Concerto per pianoforte e orchestra in una versione per ensemble: due composizioni in cui è evidente come la produzione chopiniana costituisca uno spartiacque per il modo in cui trasforma, sino a distruggerlo, lo stile classico di cui è erede; e se, come scrive lo psicanalista Massimo Recalcati, “quel che conta nell’eredità è la trasmissione del desiderio”, a ben guardare il concetto di generazione ci riguarda ancor più da vicino: la generazione, nei suoi molteplici significati, è l’anima del progetto Reverîe, in cui i giovani, gli eredi, trovano uno spazio per generare bellezza che a loro volta tramanderanno perché venga seminata e raccolta in futuro quale promessa di un mondo “tutto tessuto di armonie profonde”.
Costantino Catena, pianoforte
Dialogo con Costantino Catena e Carlo Serra
Robert Schumann: Kreisleriana op.16, “Nachtstücke” op.23
Prima esecuzione assoluta di Davide Tramontano: “Eusebius und Florestan”.
Letture poetiche di Annina Pedrini.
Durante questo incontro, avremo occasione di ascoltare pagine pianistiche schumanniane e di seguire le riflessioni tra l’interprete Costantino Catena e il filosofo Carlo Serra. L’incontro porta significativamente il titolo Schumann e Hoffman, il doppio creativo. Quello del doppio, del Doppelgänger, è un motivo tipicamente romantico che troviamo la prima volta nei Siebenkäs di Jean Paul (1796), insieme a Hoffmann uno degli autori prediletti da Schumann.
Schumann, che in gioventù amava definirsi tondichter, poeta del suono, trova proprio in Hoffmann il proprio doppio, un artista congeniale alla propria sensibilità, così come trova nella poesia e nella letteratura il doppio della creazione musicale, che sorge a sua volta da una doppiezza psichica ed emotiva: i celebri Eusebio e Florestano, incarnazioni della scissione di un’anima. Si potrebbe dire, dunque, una vita all’insegna della doppiezza in cui musica e poesia, musica e letteratura si arricchiscono reciprocamente al punto da gettare luce, o meglio , ombra, su una dimensione psichica ed esistenziale lacerata, nutrita di contrasti profondi e forse insanabili, che fa di Schumann un fratello di sangue di molti autori del Novecento, primi tra i quali Luigi Nono, Gyorgy Kurtag e Wolfgang Rihm, che proprio in lui hanno ravvisato la matrice della loro sensibilità e una guida per quello che forse è il grande, difficilissimo compito ultimo dell’arte: “Mandar luce nel profondo del cuore umano – ecco il dovere dell’artista!”
Lotte e Armonia
Musica, parole e immagini intorno a Charlotte Salomon
Da un’idea di Susanna Carbone, Nicole Janigro e Silvia Lomazzi
Con Elia Schilton e Marta Comerio, attori
Cecilia Bernini, mezzosoprano,
Mirko Guadagnini, tenore
Silvia Lomazzi pianoforte
Regia e drammaturgia di Sonia Antinori
Musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco, Maurice Ravel, Franz Schubert, Robert Schumann, Georges Bizet, Johann Sebastian Bach, Kurt Weill, Christoph Willibald Gluck
Trascrizione di Delilah Gutman di un canto Yiddish.
Ho impiegato un anno intero a capire cosa avviene in questo mio strano testo. Delle prime pagine specialmente, mi sono uscite di mente parole e melodia, che come la stessa origine dell’opera, rimangono per me completamente avvolte nell’oscurità ⟮…⟯ʺ. Poi aggiunge: “un essere umano siede davanti al mare. Dipinge. D’improvviso, una melodia sorge nella sua mente. Appena inizia a canticchiarla, si rende conto che si sposa perfettamente a ciò che intende mettere su carta. Un testo gli prende forma dentro.
Comincia così a cantare a voce spiegata la melodia, insieme al testo che ha composto, innumerevoli volte, finché l’immagine appare completa. Spesso i testi che si formano sono più d’uno e ne scaturisce un canto a due voci ⟮…⟯”
Charlotte Salomon a soli 23 anni crea un’opera unica, un capolavoro che trascende qualsiasi genere letterario già codificato: non semplicemente un’autobiografia ma una narrazione performativa in cui l’autrice, mentre ripete la propria storia, costruisce e ricostruisce, oltre che il proprio mondo, anche sè stessa.
Storia di vita, filosofia, psicoanalisi, musica, arte e contesto storico-sociale vengono orchestrati dalle mani sapienti della Salomon che dà vita ad un affresco in cui a emergere è il nesso tra storia personale e storia collettiva.
Nurit Stark e Marino Formenti, violino e pianoforte
Dialogo con Laura Formenti
John Cage “Nocturne” for piano and violin
George Antheil 2nd sonata for violin and piano
Morton Feldman “for Aaron Copland”
Charles Ives violin sonata N.2
John Cage “dream” for piano
George Antheil 1st sonata for violin and piano
Compositori americani degli anni ’50 del 1900, che scardinano le audaci sperimentazioni della seconda scuola di Vienna per approdare in territori dell’inconscio in cui risuonano sensazioni primordiali e atmosfere oniriche; frammenti melodici dialogano con attese di silenzi; ambientazioni ineffabili richiamano immagini in movimento. John Cage trova ispirazione dallo studio del buddismo zen e dai suoi vagabondaggi in boschi e foreste cercando funghi; George Antheil è un eclettico compositore avanguardista che scrive anche musica da film per Hollywood e si autodefinisce “cattivo ragazzo della musica”.
Charles Ives compositore stravagante per passione ma assicuratore di successo per lavoro, non rinuncia ai suoi sogni, con composizioni che sono sintesi di più tradizioni musicali insieme ad un linguaggio innovativo.
Morton Feldman è un profondo conoscitore delle arti visive e la sua musica è influenzata dall’espressionismo astratto dei pittori a lui contemporanei attivi a New York negli anni cinquanta.
Nurit Stark, violinista israeliana, si è esibita alla Carnegie Hall di New York, alla Konzerthaus di Vienna, al Mozarteum di Salisburgo, solo per citare alcune sedi prestigiose, e Marino Formenti, è un pianista definito dal Los Angeles Times come il “Glenn Gould del XXI secolo.
Il programma è denso di una seducente energia creativa con agganci extramusicali, declinati da Laura Formenti, psicologa sistemica e didatta presso l’università Bicocca e la scuola Philo