Giorgio Pesenti

Giorgio Pesenti

È diplomato con lode in Regia alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi ed è assistente di Daniele Abbado e di Francesco Micheli. Ha lavorato al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro Comunale di Bologna, al Teatro Valli di Reggio Emilia, al Teatro Petruzzelli di Bari e al Teatro Donizetti di Bergamo.

È tra i fondatori di Opera Popolare, progetto di ricerca musicale e teatrale in spazi non convenzionali, e dello spettacolo R., ispirato al Rigoletto di Verdi. Ha curato la messa in scena della prima esecuzione italiana di Kiki de Montparnasse di Mannucci presso il Conservatorio Cantelli di Novara, della Serva Padrona di Pergolesi e di Bastiano e Bastiana di Mozart per il Piedicavallo Festival al Teatro Regina Margherita e al Ridotto del Teatro Civico di Vercelli e al Teatro Viotti. In collaborazione con l’Orchestra Sinfonica di Milano ha curato il progetto e la regia dei Pianeti, spettacolo sull’opera di Holst e di Gustav e la leggenda del bosco incantato, su sinfonie di Mahler. Ha curato la regia di Idiota di Jordi Casanovas e di Harry di Seong-hyeon Jeon all’interno della rassegna Teste Inedite, in collaborazione con il Seul Institute of Arts e l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Ha conseguito con il massimo dei voti il diploma accademico di II livello in pianoforte nella classe di Maria Grazia Bellocchio al Conservatorio Donizetti di Bergamo. Si è esibito come solista, alla Palazzina Liberty di Milano, al Museo Teatrale alla Scala, alle Fonderie Napoleoniche, al Foyer del Teatro Donizetti di Bergamo, al Palazzo Ducale di Mantova, alla casa Armena di Milano, nella Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio a Carpi e alla Sala Piatti di Bergamo.

È laureato con lode e dignità di stampa nel Corso Magistrale di Culture Moderne Comparate all’Università degli Studi di Bergamo, con una pubblicazione sul regista teatrale Milo Rau.


domenica 20 ottobre 2024

Per il ciclo Rêverie: Ascolto, Assenza, Ricordo

Dario Falcone, pianoforte
Giorgio Vincenzo Pesenti, voce recitante
Pietro Michieletti, composizione e regia del suono

Un pianista. Una voce recitante. Due corpi che, uno di fronte all’altro, si intrecciano, si sovrappongono. Lasciano spazio solo al dialogo e all’ascolto dei loro movimenti interiori. L’attore è seduto spalle al pubblico, immobile, quello che resta è solo la sua voce. È un manichino? Un corpo vuoto? Al tempo stesso è uno spettatore muto e una presenza attiva, in dialogo con il discoro sonoro portato avanti dal pianista, il cui corpo scompare, al servizio dell’esecuzione. Sono due amanti persi che si cercano? Due voci che si rincorrono nel ricordo? Nell’assenza? Nell’ascolto?

La danza, forma per eccellenza del movimento, della ricerca fisica, è il motore musicale che dà l’abbrivio a questo essenziale teatro del desiderio. Il programma musicale è infatti interamente costituito da danze: fantasiose danze barocche (o pseudo-barocche), danze sognanti e intrise di Sehnsucht come quelle della raccolta Davidsbündlertänze op. 6 di Schumann.

Su queste composizioni si innesta il pensiero della voce recitante, che attraverso i versi di alcuni poeti e le parole di Roland Barthes, con passi tratti dai Frammenti di un discorso amoroso e da L’ovvio e l’ottuso si interroga sull’assenza, intesa come movimento, ricordo e ascolto