Dario Falcone
Dario Falcone è nato a Venezia il 20 ottobre 2000. Nell’ottobre 2021 si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Venezia Benedetto Marcello sotto la guida di Massimo Somenzi con il massimo dei voti, la lode e la menzione. Attualmente frequenta il biennio in pianoforte presso il Conservatorio di Bergamo Gaetano Donizetti sotto la guida di Maria Grazia Bellocchio. Ha studiato composizione sotto la guida di Daniele Zanettovich. Ha partecipato a diverse iniziative musicali organizzate dal Conservatorio Benedetto Marcello, tra cui l’esecuzione integrale delle Sonate di Beethoven e dei Preludi di Debussy, e dal Conservatorio Donizetti (“Davidsbündlertänze”, Quintetto op. 44 e liederistica per il Progetto Schumann 2023-2024). Nel novembre 2018 ha eseguito il Primo concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore op. 15 di Beethoven con l’orchestra del Conservatorio.
Nel luglio 2021 e nel luglio 2023 ha preso parte in formazioni cameristiche alla rassegna musicale “Il Marcello suona” organizzata dal Conservatorio. E’ stato premiato in vari concorsi pianistici nazionali e internazionali di pianoforte e negli anni 2016, 2017, 2020, 2021 ha ottenuto una delle borse di studio del “Premio Giol” organizzato dal Conservatorio di Venezia. Dopo aver superato il concorso indetto dal Conservatorio di Venezia, il 7 maggio 2022 ha eseguito il Concerto in do maggiore KV 503 di Mozart al Teatro La Fenice di Venezia con l’orchestra del Teatro. Nell’ottobre 2022 ha ricevuto una delle due borse di studio in memoria di Annalisa Marzotto riservate ai migliori diplomati della scuola di pianoforte del Conservatorio di Venezia. Si è esibito, tra gli altri, al teatro Toniolo di Mestre, per il Festival pianistico di Brescia e Bergamo, per la Festa della musica di Brescia e per la nuova rassegna “Vapore d’estate 2023” con un recital dedicato all’influenza di Bach su Mozart e Schumann presso la Sala Donatoni della Fabbrica del Vapore a Milano, per la Società Umanitaria di Milano. E’ risultato vincitore assoluto del 2° concorso di composizione “Giancarlo Menotti” di Spoleto nel 2014 e del 4°concorso di composizione “Arnaldo Fortini” di Assisi nel 2015.
Ha partecipato a masterclass di pianoforte e composizione in Italia.
Da sempre interessato al dialogo tra musica, letterature e teatro, è iscritto al corso di laurea in Scienze dell’antichità presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel novembre 2021 la sua ricerca L’Inno omerico a Demetra e Il flauto magico di Mozart: il canto della separazione è stata selezionata e presentata al Festival “Parole tra musica e filosofia” di Como, al quale ha preso parte anche eseguendo alcune pagine pianistiche mozartiane. Recentemente il suo articolo su alcune questioni mozartiane Esprimere con i suoni sentimenti e idee (scritto a quattro mani con Maria Paulon) è stato pubblicato da Mimesis nel primo numero della rivista Oi dialogoi. Ricercare, creare, interpretare. Un suo lavoro sul compositore secentesco Domenico Mazzocchi è stato selezionato dalla Società Italiana di Musicologia per il XXXI convegno annuale e dal Centro Studi Luigi Boccherini di Lucca per un convegno sul madrigale italiano.
Per il ciclo Rêverie: Ascolto, Assenza, Ricordo
Dario Falcone, pianoforte
Giorgio Vincenzo Pesenti, voce recitante
Pietro Michieletti, composizione e regia del suono
Un pianista. Una voce recitante. Due corpi che, uno di fronte all’altro, si intrecciano, si sovrappongono. Lasciano spazio solo al dialogo e all’ascolto dei loro movimenti interiori. L’attore è seduto spalle al pubblico, immobile, quello che resta è solo la sua voce. È un manichino? Un corpo vuoto? Al tempo stesso è uno spettatore muto e una presenza attiva, in dialogo con il discoro sonoro portato avanti dal pianista, il cui corpo scompare, al servizio dell’esecuzione. Sono due amanti persi che si cercano? Due voci che si rincorrono nel ricordo? Nell’assenza? Nell’ascolto?
La danza, forma per eccellenza del movimento, della ricerca fisica, è il motore musicale che dà l’abbrivio a questo essenziale teatro del desiderio. Il programma musicale è infatti interamente costituito da danze: fantasiose danze barocche (o pseudo-barocche), danze sognanti e intrise di Sehnsucht come quelle della raccolta Davidsbündlertänze op. 6 di Schumann.
Su queste composizioni si innesta il pensiero della voce recitante, che attraverso i versi di alcuni poeti e le parole di Roland Barthes, con passi tratti dai Frammenti di un discorso amoroso e da L’ovvio e l’ottuso si interroga sull’assenza, intesa come movimento, ricordo e ascolto