Calendario 2024
Calendario Edizione 2024
Dare voce a Ricordi
Concerto liederistico
Caroline Wenborne soprano, Silvia Lomazzi pianoforte.
Conversazione con Aldo Finzi, Pierluigi Ledda, Silvia Lomazzi e Luca Ciammarughi.
Letture a cura di Annina Pedrini.
Programma:
Giacomo Puccini:
Foglio d’album, per pianoforte
4 composizioni vocali da camera per soprano e pianoforte:
Sole e amore
Terra e mare
E l’uccellino,
Morire
Aldo Finzi:
Barque d’or
Serenata
per soprano e pianoforte
Richard Strauss:
Stimmungsbilder op.9 per pianoforte
Auf stillem Waldespfad – Sul sentiero silenzioso del bosco
An einsamer Quelle – Alla fonte solitaria
Intermezzo
Träumerei – Rêverie
Heidebild – Quadro di brughiera
4 Lieder op.27
Ruhe, Meine Seele – Riposa, anima mia
Caecilie – Cecilia
Heimliche Aufforderung – Esortazione segreta
Morgen – Domani
per soprano e pianoforte
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Dare voce a Ricordi è un programma cameristico che si addentra nella dimensione intimista dei massimi compositori operistici a cavallo tra ‘800 e ‘900: Puccini e Strauss, accomunati da uno sguardo genialmente autonomo dagli orizzonti culturali della loro epoca; come scrive Glenn Gould per Richard Strauss: ”L’uomo può creare una propria sintesi del tempo, senza essere vincolato dai modelli che il tempo gli impone”; affermazione che anche Giacomo Puccini avrebbe potuto condividere, grande estimatore di Richard Strauss e artista poliedrico, cuspide tra la curiosità per nuovi linguaggi e insieme ancorato a un’estetica del passato.
I brani in programma includono anche composizioni da camera di Aldo Finzi, musicista che ventiquattrenne nel 1921 inizia a essere pubblicato, così come Giacomo Puccini, da Casa Ricordi, ma che con le leggi razziali del 1938 sparisce dalla scena musicale per essere poi riscoperto dopo la sua morte, anche grazie a suo nipote, l’Avvocato Aldo Massimo Finzi che insieme a Pierluigi Ledda, direttore dell’Archivio Ricordi, Luca Ciammarughi e Silvia Lomazzi dialogherà prima del concerto, per condividere i suoi ricordi.
Ensemble Progetto Pierrot
Elia Mariani violino, Michela Frediani viola, Anna Freschi violoncello, Marco Rainelli flauto, Letizia Zoppis clarinetto, Gian Luca Rovelli pianoforte, Debora Conti percussioni.
Alessandro Maria Carnelli direttore e autore della trascrizione della Sesta di Mahler
Conversazione con Carlo Serra e Alessandro Maria Carnelli.
Programma:
Gustav Mahler, Sesta Sinfonia in una nuova versione per ensemble di Alessandro Maria Carnelli
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Nella Mitteleuropa dei primi del Novecento era nata l’abitudine di trascrivere per ensemble pezzi sinfonici recenti che venivano accolti dal pubblico e dalla critica in modi estremamente contrastati.
La trascrizione permetteva un lavoro di studio da parte di chi trascriveva ed era un’occasione per diffondere la nuova musica al di fuori dei circoli ufficiali.
Alessandro Maria Carnelli, direttore, autore della trascrizione della Sesta di Mahler e musicologo, insoddisfatto della versione per ensemble della Sesta Sinfonia di Mahler attualmente disponibile, ha realizzato una propria versione partendo dall’esperienza di un precedente programma dedicato al Wunderhorn di Mahler stesso, presentato in una serie di concerti e testimoniato da una recente incisione discografica già molto apprezzata a livello internazionale.
L’idea di base è quella di recuperare lo spirito cameristico della musica di Mahler e il suo essere in bilico tra quel mondo di orchestrine che suonavano nei parchi e alle terme, e l’ormai prossima nascita del tipico ensemble per la musica d’avanguardia che proprio a Vienna sarebbe nato con Schönberg.
ciclo Rêverie
Nicolas Giacomelli, pianoforte
Conversazione con Moreno Montanari
Letture a cura del Centro Teatro Attivo
Programma:
Johannes Brahms: Fantasien op.116
Gabriel Fauré: Tema e Variazioni op.73
Nikolaj Karlovič Medtner: Sonata Reminiscenza op.38 n.1
Alexandr Nikolaevič Skrjabin: Sonata n.5 op. 53
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Gabriel Fauré scrive una lettera al suo amico Paul Poujaud nel 1885 in cui afferma: “…credo che un musicista davvero dotato faccia musica senza la maschera della nazionalità…” Si scorge con questa frase la sua poetica simbolista con implicazioni metafisiche che varcano i confini nazionalistici per approdare nelle profondità di paesaggi interiori in cui risuonano accordi prismatici con altri autori delle musiche in programma: Brahms nella sua dimensione crepuscolare di Fantasien, Skrjabin che allude alle forze dell’inconscio e Medtner con la sonata Reminiscenza evoca abissi in cui fluttuano melodie torrenziali in accordo con quello che Carl Gustav Jung chiama lo spirito del profondo:”…Ho imparato che oltre allo spirito di questo tempo, è all’opera anche un altro spirito, e cioè quello che governa la profondità di ogni presente…” “…Lo spirito del profondo mi ha tolto la ragione e tutte le mie conoscenze, per porle al servizio dell’inesplicabile e del paradossale. Mi ha privato del linguaggio e della scrittura per tutto ciò che non stava al servizio di quest’unica cosa, ossia dell’intima fusione di senso e controsenso che produce il senso superiore”.
Un programma tra riflessioni e musica con Moreno Montanari, filosofo e analista filosofo e Nicolas Giacomelli, pianista e compositore.
omaggio a Gabriel Fauré a cento anni dalla sua morte.
ore 20
Gabriel Fauré, il notturno come esperienza estesica
lezione concerto con Artin Bassiri Tabrizi su Gabriel Fauré.
Programma:
Tra le composizioni pianistiche di Fauré, i Notturni spiccano certamente in quanto permettono di seguire l’itinerario di sperimentazione armonica del compositore.
Ci soffermeremo sui passaggi più significativi di queste opere, per lasciare intendere la rivoluzione estesica (e non solo estetica) che l’opera di Fauré incarna.
Esecuzione dei Notturni n. 2, 5, 6, 11.
A seguire
ore 21
Jean-François Antonioli, pianoforte
Programma:
Frédéric Chopin Prélude op. 45
Gabriel Fauré Pelléas et Mélisande
Suite op.80 (trascritta per pianoforte solo dall’autore)
Prélude
La Fileuse (trascrizione di Cortot)
Sicilienne
La Mort de Mélisande
9 Préludes op. 103
nº 1 in ré bemolle maggiore: Andante molto moderato
nº 2 in do diesis minore: Allegro
nº 3 in sol minore: Andante
nº 4 in fa maggiore: Allegretto moderato
nº 5 in re minore: Allegro
nº 6 in mi bemolle minore: Andante
nº 7 in la maggiore: Andante moderato
nº 8 in do minore: Allegro
nº 9 in mi minore: Adagio
Notturno n.13 in si minore op. 119
Frédéric Chopin Polonaise-Fantaisie op. 61
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Nel centenario dalla morte di Gabriel Fauré, dedichiamo una serata a questo grande “maestro di charme”, entrato nell’immaginario collettivo grazie a pagine come la Pavane o Après un rêve. I lavori più noti hanno però spesso oscurato alcune delle pagine più complesse e preziose di un compositore che il filosofo Vladimir Jankélévitch riteneva cruciale per comprendere la dimensione “ineffabile” della musica, quel “je ne sais quoi” che – una volta trovata la chiave d’accesso al mondo faureano – si instilla nell’ascoltatore come un benefico veleno. Fra le pagine meno eseguite e più visionarie vi sono certamente i Préludes per pianoforte, apparentemente poco spettacolari ma sublimi per ricercatezza armonica e di conseguenza per la “piega” del mèlos: Jean-François Antonioli è oggi fra i massimi interpreti di questo repertorio, grazie al suo pianismo al contempo profondo e terso, sempre alla ricerca di quella nitidezza polifonica in grado di rendere davvero comprensibile all’ascoltatore questo repertorio. Antonioli mette chiaramente in dialogo Fauré con lo Chopin maturo e tardo, quello del Prélude op. 45 e soprattutto della Polonaise-Fantaisie, che aprono la strada a concatenazioni armoniche ardite e a una nuova logica del discorso, fortemente visionaria e onirica.
A introdurre la serata, il giovane filosofo e musicista Artin Bassiri Tabrizi, acuto interprete di Fauré sia nella veste teorica sia in quella esecutiva, terrà una lezione al pianoforte che ci permetterà di comprendere quanto le “voci del chiaroscuro” di Fauré siano oggi per noi più che mai necessarie e foriere di riflessioni e illuminazioni interiori.
ciclo Rêverie
Dario Falcone, pianoforte
Giorgio Vincenzo Pesenti, voce recitante
Pietro Michieletti, composizione e regia del suono
Programma:
F. Couperin: Échoes (dal Second Concert Royaux)
J.S. Bach Estratti dall’Ouverture nello stile francese BWV 831
da R. Schumann Davidsbündlertänze op. 6
n.2 Innig
n.3 Mit Humor
n.5 Einfach
J. S. Bach: Courante
R. Schumann: n. 11 Einfach
n. 1 Lebhaft
W. A. Mozart: Allemande (dalla Suite KV 399)
R. Schumann: n. 8 Frisch
n. 9 Lebhaft
J. S. Bach: Sarabanda
Bourré
Echo
R. Schumann: n. 17 Wie aus der Ferne
n. 18 Nicht schnell
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Un pianista. Una voce recitante. Due corpi che, uno di fronte all’altro, si intrecciano, si sovrappongono. Lasciano spazio solo al dialogo e all’ascolto dei loro movimenti interiori. L’attore è seduto spalle al pubblico, immobile, quello che resta è solo la sua voce. È un manichino? Un corpo vuoto? Al tempo stesso è uno spettatore muto e una presenza attiva, in dialogo con il discoro sonoro portato avanti dal pianista, il cui corpo scompare, al servizio dell’esecuzione. Sono due amanti persi che si cercano? Due voci che si rincorrono nel ricordo? Nell’assenza? Nell’ascolto?
La danza, forma per eccellenza del movimento, della ricerca fisica, è il motore musicale che dà l’abbrivio a questo essenziale teatro del desiderio. Il programma musicale è infatti interamente costituito da danze: fantasiose danze barocche (o pseudo-barocche), danze sognanti e intrise di Sehnsucht come quelle della raccolta Davidsbündlertänze op. 6 di Schumann.
Su queste composizioni si innesta il pensiero della voce recitante, che attraverso i versi di alcuni poeti e le parole di Roland Barthes, con passi tratti dai Frammenti di un discorso amoroso e da L’ovvio e l’ottuso si interroga sull’assenza, intesa come movimento, ricordo e ascolto.
Concerto liederistico con Blagoj Nacoski tenore e Luca Ciammarughi pianoforte.
Conversazione con Patrizia Valduga e Luca Ciammarughi.
Programma:
Franz Schubert
Die schöne Müllerin, op.25, D. 795
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Franz Schubert è più di un compositore: è una costellazione di significati e miti. Patrizia Valduga, una delle più grandi poetesse dei giorni nostri, ci ha raccontato che senza la musica di Schubert alcuni suoi versi non sarebbero potuti nascere. L’intensità di quei suoni concepiti 200 anni fa crea un’aura che si riverbera fino all’arte dei nostri giorni e fa breccia persino nelle pieghe della nostra conflittuale quotidianità.
Introdotto dai versi di Patrizia Valduga, recitati dalla poetessa stessa, il ciclo liederistico Die schöne Müllerin racconta un tempo dell’incanto, che è quello del giovane Wanderer alla ricerca dell’amore seguendo la traccia di un ruscello, e un tempo del disincanto, fino al finale tragico-catartico, in cui l’ultimo viaggio del giovane anti-eroe in seno alla natura amniotica è espresso da Schubert con miracolosa essenzialità.
A interpretarlo, il duo liederistico composto dal tenore Blagoj Nacoski e dal pianista Luca Ciammarughi, la cui intesa è stata recentemente definita dalla rivista Salon Musical come “caratterizzata da un comune sentire improntato ad un’intimità di intenti artistici che si vanno sviluppando in un costante dialogo tra voce e strumento”.
Si segnala la proiezione del film:
La jeune fille et la vie
di Delphine Coulin e Muriel Coulin
A offerta libera fino a esaurimento posti
Vita? O Teatro? è il capolavoro di Charlotte Salomon: 1.300 tavole in cui l’artista, intrecciando pittura, parole e musica, racconta la sua vita da giovane ebrea nella Berlino degli anni ’40, l’ascesa dei nazisti e la sua fuga nel sud della Francia.
Questo documentario delle sceneggiatrici e registe Delphine Coulin e Muriel Coulin rende omaggio al talento poliedrico di Salomon, alla sua straordinaria capacità artistica e alla sua incredibile storia di vita.